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Internet e TV una convergenza annunciata

2010/10/21 08:49:11
marketing internet
Non voglio entrare nell'agone politico ma per la professione che svolgo devo dire che ho immaginato lo scenario tecnologico espresso da Grillo fin da quando ho visto arrivare i primi schermi piatti e mi sono immaginato una presa USB installata su di essi.
Era il 2004, ora dopo 6 anni la TV con Internet integrata stà diventando una realtà e i primi modelli a prezzi popolari si affacciano nelle grandi catene di distribuzione informatica.
Internet e l'ADSL rappresentano l'entrata in una nuova era. Esattamente come le macchine a vapore hanno fatto nascere la società industriale, internet ha decretato l'inizio della società comunicativa, abbassando verso il basso le possibilità e fornendo potenzialmente ad ogni cittadino la possibilità di comunicare, cosa che con la TV appare se non impossibile perlomeno improbabile.
Nuove figure professionali sono chiamate a nascere e già oggi realizzare siti web è diventato un mestiere "vecchio". Me ne accorgo perchè per una decina d'anni ho avuto dei problemi a esprimere il mio lavoro a chi non fosse un'azienda o fosse ferrato in materia, mentre oggi la parola webmaster stà diventando come elettricista o idraulico, potremmo dire quasi onomatopeica.

Nei prossimi anni Internet non sarà più solo "il sito web", ma diventerà una strada in cui il passaggio sarà molto intenso e la differenza allora la faranno i contenuti e quindi professionalmente parlando chi questi contenuti saprà in grado di realizzarli e sopratutto veicolarli verso un'obiettivo, che nel caso aziendale è rappresentato sempre dal successo commerciale.

Una nuova era pioneristica stà per partire chi vorrà trovarsi là davanti quando tutti se ne accorgeranno è invitato a intraprendere il cammino.

Ripreso dal blog di Beppe Grillo:
"Le discussioni sui programmi televisivi, le parcelle da pagare o le ospitate gratis, i veti e i controveti, gli attacchi alla democrazia e la libertà di parola di questi giorni mi sembrano l'accanimento su un cadavere. La televisione è morta da un pezzo, gli unici a non saperlo sono quelli che ci vanno. Nessuno vieta al grande artista, al profondo comunicatore, all'intrattenitore colto di rischiare in proprio, o cercare un finanziatore, per diffondere le sue verità democratiche, o meno, in Rete. Apra un account su YouTube, si filmi e chi vuole lo guarderà. Chi lo paga? Questo può essere un problema. E quanto lo paga? Questo, per molti, è un problema ancora più grande. Un consiglio. Crei un sito, dei contenuti, li sviluppi e chieda alle folle oceaniche che sentirebbero la sua mancanza in televisione di finanziarlo on line. Sembra una provocazione, ma non lo è. Avrebbe la libertà di dire ciò che vuole e un probabile introito, forse piccolo, forse grande, ed essere indipendente da consigli di amministrazione, direttori, politici. Lui e il pubblico che, spontaneamente, si collega per ascoltarlo. Nessun altro. Giocherebbe d'anticipo.

L'integrazione internet/televisione è un dato di fatto, la scomparsa dei palinsesti generalisti solo un problema di tempo. Nessuna persona sana di mente e informata sui fatti investirebbe oggi in azioni di Mediaset, RAI (se si quotasse) o La 7. Sarebbe come investire in ferri da cavallo all'avvento delle prime automobili della Ford.
In un futuro non così lontano ti siederai in poltrona e navigherai sullo schermo di casa. Sceglierai tu chi seguire, non decideranno Masi o Confalonieri o i partiti o il digitale terrestre. Ad ogni minuto nel mondo qualcuno abbandona la televisione per Internet. E' come una clessidra con granelli di polvere che si trasferiscono da un luogo a un altro. Un posto con nuove regole e opportunità in cui ci si gioca tutto senza paracaduti. Nel quale la propria credibilità è l'unico valore economico. L'unico per cui qualcuno è disposto a pagare. Un mondo senza Minzolini, Vespa, Fazio, nel quale il caravanserraglio dei politici svanirebbe. Chi si collegherebbe e soprattutto pagherebbe per ascoltare Cicchitto, La Russa o Bersani? Dovrebbero essere loro a pagarli e forse non basterebbe. Ecco, alla televisione rimarrà solo questo, il telespettatore pagato, come le folle che sbarcano dai pullman pagati con il pranzo al sacco pagato per le manifestazioni pagate dai partiti finanziati dai cittadini. Il telespettatore pagante si trasferirà invece armi e bagagli in Rete e sceglierà lui a chi dare i suoi soldi."

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